Con “Elio” Pixar strizza l’occhio alla sua memorabile epoca d’oro raccontando una storia di solitudine, crescita, abbandono e amicizia che fa intenerire, certo, ma che non riesce a brillare né emergere.

DI CHE COSA PARLA
Elio è un bambino solitario, orfano e con una grandissima ossessione per gli alieni. Il suo più grande sogno, infatti, è quello di essere rapito dagli alieni e portato in un altro pianeta dove possa sentirsi finalmente a casa.
Questo sogno, incredibilmente, si realizza e viene teletrasportato nel Comuniverso, un’organizzazione interplanetaria con i rappresentanti di tutte le galassie. Qui, però, viene scambiato erroneamente per il leader della Terra e non solo non farà nulla per smentire la cosa ma accetterà persino di risolvere una complicata crisi interplanetaria.

PARLIAMONE
Almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti tutti un po’ smarriti, distanti e soli, col desiderio di fuggire il più lontano possibile da un posto che non sentivamo più casa. Questo è esattamente quello che prova Elio, rimasto orfano e costretto a vivere con una zia che sente troppo distante, nonostante gli sforzi immani per riuscire a crescerlo al meglio delle sue possibilità, e che vorrebbe solo trovare un posto che lo accolga, nonostante tutte le sue stranezze, e lo faccia finalmente sentire a casa, proprio come quando viveva con i genitori.
Questo posto, secondo lui, è proprio l’Universo.
Siamo soli nell’Universo?
A uno dei quesiti più insidiosi dell’umanità, Elio ribatte con un fermo no e spera con tutto il cuore che prima o poi qualcuno nell’universo risponda alla sua richiesta di soccorso: quella di essere rapito e portato via dalla Terra.
Un tema estremamente toccante e incisivo che occupa tutta la prima parte del film ma che viene un po’ a perdersi con il proseguimento della trama, a favore di altre tematiche ingombranti e forzate che rendono la narrazione confusionaria e poco coerente.
Innanzitutto, il tema della guerra.
Senza negare che sia un tema attuale, era davvero necessario inserirlo in questa storia? La risposta è no.
Avevamo a disposizione un intero universo da poter esplorare, conoscere e scoprire insieme a Elio, mondi diversi dal nostro, con linguaggi, popoli con tradizioni, modi e usi completamente differenti dal nostro, ma questo viene a mancare perché una volta giunto nel Comuniverso il focus si concentra su questa “guerra” che Lord Grigon, signore di Hylurg, vuole intraprendere contro l’intero Consiglio degli ambasciatori intergalattici perché – banalmente – non vogliono riconoscere l’ingresso del suo popolo guerrafondaio nel Comuniverso.
Se proprio si voleva tenere questa tematica (e sottolineo che non era affatto necessario) si poteva ragionare meglio sulla motivazione. Insomma, persino per un pubblico più piccolo è fin troppo semplicistica.

Tuttavia, se la storia pecca di poca originalità e ripetitività, l’animazione non delude. Semplicemente straordinaria la creazione e la resa dei personaggi, specie quelli alieni. Tutti diversi, con caratteristiche uniche ed eccezionali. Vi innamorerete non solo di Elio, il protagonista outsider e un po’ nerd, ma anche di Glordon, il figlio tenerissimo e per nulla interessato alle dinamiche di guerra di Lord Grigon.
L’amicizia vera che si instaurerà fra di loro è sicuramente una delle componenti più commoventi della pellicola. D’altronde, si sa, quando si deve trattare il tema dell’amicizia, la Pixar è maestra (pensate a Luca; Toy Story; Mosters & Co.).
Sorprende, poi, che la regia non sia d’impatto o memorabile. Questo perché la regista, Domee Shi, è la stessa di Red, uno dei lavori più interessanti degli ultimi anni.
Purtroppo, è sempre più evidente la tendenza di Disney e Pixar a favorire storie più semplici e banali a narrazioni più intense e profonde (come Coco, per esempio), il che è un vero peccato. Una delle peculiarità della Pixar, infatti, era proprio quella di riuscire a parlare a tutti, grandi e piccoli. Con questi suoi ultimi lavori, però, sorge spontaneo chiedersi se sia ancora questa la sua volontà e, nel frattempo, si guarda con nostalgia ai lavori meravigliosi di un tempo, rimasti iconici e soprattutto nei cuori degli spettatori di ogni età.

Nonostante tutte queste premesse non proprio positive, consiglio la visione, specialmente al cinema.
I bambini ameranno perdersi in questo spazio super colorato insieme a Elio e i più grandi, nonché nostalgici, lo apprezzeranno ugualmente, anche con tutte le sue pecche, perché almeno una volta nella vita ci siamo sentiti soli, smarriti e distanti da tutti e come Elio abbiamo desiderato fuggire via e ricominciare.
Andrete a vederlo?
Dal 18 giugno al cinema.
TRAILER UFFICIALE DI “ELIO”
Articolo di Melissa Convertino.



