Articolo di Melissa Convertino.

BENICIO DEL TORO, MICHAEL CERA E MIA THREAPLETON IN UNA SCENA DEL FILM
Un magnate privo di scrupoli, una suora fumatrice e un entomologo impacciato sono i protagonisti del nuovo film di Wes Anderson, come sempre esteticamente impeccabile, ma ci si chiede se sia volutamente così articolato per veicolare un messaggio politico più profondo o se sia, semplicemente, confusionario.
TRAMA
Il magnate internazionale Zsa-Zsa Korda cerca di ristabilire i rapporti con la figlia, suora, Liesl per lasciarle in eredità il suo impero costruito sullo sfruttamento della manodopera, menzogne e manipolazioni governative e affari internazionali alquanto loschi. Il mondo intero lo odia, persino la sua famiglia; infatti, viene bersagliato da continui attentati alla sua vita e tentativi di sabotaggio. Mentre la figlia cerca di riportarlo sulla retta via, tra una fumata di pipa e un sorso di birra, si aggiunge al duo un impacciato tutore fissato con gli insetti che li accompagna in questo stravagante, e non privo di peripezie, viaggio nella regione immaginaria della Fenicia per impedire che l’impero di Korda si sgretoli e che la sua intera fortuna svanisca nel fumo.
COSA NE PENSO
Ci troviamo in una regione immaginaria, quella della Fenicia, che ricorda l’Europa e il Nord Africa del secondo dopoguerra, dove un magnate privo di scrupoli, Zsa-Zsa Korda, interpretato da un volto noto ed eccellente, Benicio del Toro, muove le fila politiche ed economiche tra manipolazioni, sotterfugi e affari loschi e che vuole riallacciare i rapporti con la figlia, Liesl, interpretata da Mia Threapleton, la giovanissima figlia di Kate Winslet che dimostra un’ottima presenza scenica, il tutto cercando di sventare i continua attacchi alla sua vita, impedire che l’impero che si sgretoli e conservare la sua fortuna.
Scritta così sembra una trama ben definita e solida, ma non si ha assolutamente questo effetto durante la visione del film, o una volta usciti dalla sala.
La storia subisce continui stacchi e intermezzi che rendono il tutto fin troppo frammentato e confusionario.
Il filo conduttore è sicuramente il rapporto padre-figlia che porta a una volontà di redenzione e una critica all’avidità, alla corruzione e a politiche capitalistiche assurde e prive di scrupoli. Purtroppo, l’impressione che si ha guardando La Trama Fenicia è che si abbia la volontà di osare troppo, con una critica politica dal sapore quasi rivoluzionario, senza osare troppo, quindi inserendola in una narrazione frammentata ed eccessivamente articolata (tutto il piano di sabotaggio e persino la trama fenicia risultano poco chiari e molto disordinati per tutta la durata del film).

Se l’intento era quello di prendere una posizione politica ben definita, bisogna ammettere che Anderson non c’è riuscito troppo bene.
La narrazione è il vero problema di questa pellicola. Oltre ad essere disordinata e frammentaria, poco chiara e macchinosa, risulta persino statica.
Non si tratta di un film noioso, o lento, anzi l’ora e quaranta scorre e si ha comunque la voglia e necessità di restare a vedere come va a finire per Zsa-Zsa, ma non spicca mai il volo. Ci si avvicina di qualche passo, ma alla fine si tira indietro. Il che è un vero peccato perché l’idea è veramente buona, la forma impeccabile, come nel perfetto stile Anderson, e le interpretazioni più che ottime (abbiamo a che fare con un cast formidabile in cui spiccano personalità del mondo del cinema eccelse in parti secondarie con minutaggio irrisorio e naturalmente anche nelle parti principali), persino la versatilità di Del Toro, la bravura della Threapleton e la comicità perfettamente equilibrata di Michael Cera non riescono tuttavia a sopperire alle mancanze della sceneggiatura.
Se vi siete già approcciati al cinema di Anderson, parlare della regia, della fotografia, dei costumi, delle scenografie, della scelta del cast e delle musiche non ha troppo senso perché saprete che sulla forma risulta sempre impeccabile e straordinario.
Anche qui, infatti, il tutto è curato nei minimi dettagli, secondo uno standard di perfezione noto solo ad Anderson stesso.
Una piccola pecca, però, si può riscontrare negli intermezzi nell’Al di là in cui Zsa-Zsa si ritrova ogni qual volta si ritrova a un passo dalla morte. Un elemento di troppo che non fa altro che creare confusione e frammentazione ulteriore alla narrazione.
Una pellicola che non risparmia una buona dose di ironia e assurdità, abbastanza godibile ma con qualche riserva.
Wes Anderson si riconferma come il solito eccentrico e impeccabile regista di sempre, tuttavia, non sorprende e non entusiasma con questa Trama Fenicia.
La Trama Fenicia in tutte le sale italiane dal 28 Maggio.
E voi, andrete a vederlo?
IL TRAILER UFFICIALE DEL FILM